Brescia è la tua amica simpatica fes
Delle città come persone - ovvero cosa non mi invento per superare il rientro.
Ti dirò,
o meglio - ti risponderò, se me lo chiederai - un po' come ha fatto una sconosciuta con cui ho attaccato bottone l'altro giorno e nel giro di pochi minuti le avevo già raccontato che ero tornata a Brescia dopo un mese a Parigi (sì, questa è la mia nuova red flag, lo so, lo so): "Cavolo, e non è stato uno shock tornare?"
Risposta breve: sì.
Risposta articolata, che a lei non ho dato perché già era abbastanza bizzarro così e non volevo passare per quella fissata con Parigi che - diciamocelo, amici - siamo tutti un po' stufi di sentire: sì, è stato uno shock MA è come se si fossero creati dei "Portali" in cui mentre sono a Brescia mi sento anche a Parigi.
Questo è possibile solo perché - e questa è una nuova nuovissima teoria coniata da me nel weekend: Brescia è quella tua amica simpatica fes.
Procediamo a esporre la teoria.
La teoria
Facciamo un esempio pratico.
Il mio Instagram dopo Parigi è ovviamente pieno di account francesi che da giorni parlavano della Fête de La Musique. Questa Festa nasce in Francia negli anni ‘80 dopo uno studio del Ministro della Cultura, in cui emergeva che c'erano migliaia di strumenti inutilizzati, e serviva una Festa per farli suonare. Et voilà: Fête de La Musique, una delle serate più belle a Parigi (Qui una spiegazione più completa)
Stacco. Siamo a Brescia
Il mio quartiere si fa bello con bandierine e palchi da giorni, sabato arrivano oltre 3mila artisti per circa ottanta postazioni sparse per la città - è la Festa della Musica anche qua - mi dicono una delle più importanti d'Italia - e oggettivamente è una figata. Nel frattempo, arrivano le Mille Miglia. Solo un paio di settimane fa, la Festa dell'Opera ha riempito per due giorni le strade di Brescia di cantanti lirici in ogni angolo. Questo ci porta alla mia teoria:



Caratteristiche dell'amica simpatica fes:
Tu ce l’hai in mente un’amica molto molto simpatica? Io si, e devo dirti, assomiglia proprio a Brescia. Ecco perché:
Brescia è in anda. E non poco. Alla città piace far festa. Brescia è quell'amica che se la chiami e le dici "Usciamo?" lei ti risponde "Sì ma dove? Ho già tre proposte per stasera" Quando sono tornata qui dopo quattro anni a Genova, era la cosa che mi aveva colpita di più: Piazza Paolo VI piena già alle 11 di domenica mattina di gente che ha voglia di far festa. Non puoi uscire un weekend senza che ci sia qualcosa da fare, è impossibile. Brescia si mette in testa di fare sport? Vai di CorriXBrescia, CrossFit in piazza, yoga nei parchi. Le piace la musica? Festa della musica, Festa della Radio, concerti ovunque. Si appassiona di libri? Quest’inverno Brescia contava almeno 5 book club contemporanei - per una città di 200.000 abitanti ti dirò, non mi sembra poco. Ma non solo.
Brescia non se la tira. La tua amica simpatica ti coinvolge sempre nelle cose che fa, anche se ti ha appena conosciuto. Non è snob, anzi. Si veste bene ma non perché vuole fare quella alla moda, perché le piace e basta. Non ha gusti particolarmente raffinati, è che fa di tutto e tra le tante cose che prova, alcune sono anche sofisticate, ma quasi per caso Ti dice: ho visto che c’è la presentazione di un libro XX a XX - andiamo?. E tu ci vai e scopri che è una lezione incredibile, ma lei manco lo sapeva. Usiamo un termine abusato - Brescia è autentica, anche perché abbiamo scampato (per ora) l'overtourism nonostante Brescia Capitale della Cultura.
Brescia ha il budget. Diciamo che per tutti, anche per la tua amica, è più facile essere simpatica e aver voglia di fare tante cose, con il budget. E la città oggettivamente ce l'ha eccome. I miei sensi di ragno mi dicono che qualsiasi iniziativa viene lanciata trova sponsor facili, e questo - siamo realisti - fa tutta la differenza del mondo.
La versione della “tua amica simpatica fes” secondo Breshagang030:
La campagna di comunicazione del Comune ci dice che è Brescia è la nostra città europea sì, ma ti aggiungo io - per me lo è per sbaglio, o incidentalmente. Cioè tra le tante cose che a questa nostra amica in anda piace fare - c'è anche quella di fare l'europea - però difficilmente lo direbbe ad alta voce - al contrario le piacerebbe dire che è l'Europa a essere bresciana, ma questa è un’altra storia.
Cosa c'entra tutto questo con i miei portali? Che niente, tra tutte le cose che è Brescia, c'è anche spazio per essere parigina. (Lo pensa anche Brescia Zoom:)
E allora eccoci qua.
I portali
Innanzitutto cosa sono i portali? Per me sono quelle situazioni/luoghi/momenti/persone che creano una connessione tra un luogo e l'altro. Mi capita spesso quando torno da un viaggio: mi sento contemporaneamente qui e là. Come se un pezzo del posto che ho visitato si catapultasse nella mia realtà quotidiana, che ne esce tutta stravolta - non voglio dirti arricchita perché fa un po’ maestrina - e allora non te lo dico.



Comunque, i miei portali di queste settimane di rientro:
Iniziamo dal negozio Rua Confettora in Corso Palestro, che avevo visto sempre da fuori ma non ci ero mai entrata. L'altro giorno ci sono passata e l’ho trovato pieno di tutte quelle cose che piacciono a noi: riviste indipendenti, oggetti di design, illustrazioni di artisti emergenti. Mi sono sentita nel Marais, e quasi mi aspettavo di pagare in euro (ah no, aspetta).
Il mio book club del cuore, quello di Collettivo Granita, che è ritornato alle sue origini un po' anarchiche in cui ciascuno portaì un libro a scelta e ne legge un pezzo. Così siamo passati di palo in frasca, da storie di prigioni a romanzi sulle balene, da libertini a storie di cani, il tutto in un terrazzo sotto la pioggia, con pila frontale per leggere le proprie pagine.
I cinemini che bazzico più spesso, entrambi senza saperlo mi hanno proposto due film francesi (complotto?). Entrambi, per altro, film che ti consiglio: "Ritrovarsi a Tokyo" (al cinema Nuovo Eden) e "L'amore che non muore" (al Sociale). Visti in un infrasettimanale, spettacolo tipo delle 18, entrambi solo io e un'altra signora in sala.
La lezione di storia dell'arte fatta da Art Priest che ha spiegato come Brescia sia uno strato di storia e architetture (nello stesso palazzo puoi trovare base romanica, poi rinascimentale, poi barocco). In più, ha parlato di quella che è la mia nuova fissa, ovvero le mura antiche che dividevano la città come un muro di Berlino, Brescia Est e Ovest, e come questa divisione sia ancora visibile e influenzi la vita della città. Pensa a come sono diverse le movide di Carmine e Piazzale Arnaldo - praticamente Rive Gauche e Rive Droite. Ok sto esagerando.
Le gare di pétanque che ho visto in Tebaldo Brusato la settimana scorsa. Sembra il canale dell'Ourcq pieno di persone giocano, con tanto di pastis. Se non è un portale questo.
Il colle del Cidneo potrebbe, con una certa fantasia e dopo qualche pirlo, sembrare un po' Montmartre però con un Castello anziché la Basilica del Sacre Coeur? Bah, intanto entrambi hanno una vigna urbana.
Già che ci sono mi sento di aggiungere, mentre ci penso: se Brescia è quell’amica simpatica fes, Genova, allora? Me ne viene in mente una un po’ scontrosa ma con il senso dell'umorismo più tagliente e divertente che tu possa a trovare. Lei è anche quella che ti passa a prendere in motorino, ti dà il casco e ti dice, dai che ti porto al mare solo perché sa che ne hai bisogno. E poi passa il resto del tragitto a imprecare contro i turisti sull’Aurelia.
E Parigi? Ti direi che è quella che tutti di dicevano che era snob e di starci alla larga, poi la conosci e ti rendi conto che l’antipatica eri tu - lei invece è dolcissima - ti prepara una torta deliziosa piena di burro quando la inviti a casa e con nonchalance ti dà i migliori consigli su tutto: cinema, arte, libri, moda, architettura, make-up, ristoranti, teatri e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Ma non continuiamo, anzi interrompiamo, con la promessa che questa è l’ultima - giuro - o almeno ci provo - “Ti dirò” in cui parlo di Parigi, ora facciamo un bel detox e ci sentiamo il prossimo lunedì.
Cia ciaaao,
Carlotta